Mercoledì, 04 Novembre 2009 17:35

Una lunga storia a lieto fine

Scritto da  Gerardo

Dalla penna del servo di Gesu, Domenico Pizzuti, riceviamo il complemento alla storia di Samanta, la piccola bambina rom di cui avevamo già dato precedente notizia.





In un intervento all’inizio di quest’anno, affermando provocatoriamente che in occasione del Natale "ho trovato nelle baracche la Madonna con la bambina!", facevo riferimento a una minuta madre ventenne di origine bosniaca con la sua piccola di cinque mesi che faceva tenerezza, in attesa di una decisione di riaffido da parte del Tribunale per i minori di Napoli per un’altra figlia di circa due anni temporaneamente affidata a una comunità di accoglienza. Dopo esattamente un anno e cinque mesi dal provvedimento di affidamento a tale struttura, per decreto del Tribunale per i minori di Napoli, la piccola Samanta è stata riaffidata ai giovani genitori che ieri hanno potuto riabbracciarla con lacrime e gioia di tutta la famiglia estesa e del vicinato del campo.

Una storia a lieto fine, anche se l’attesa della decisione del Tribunale competente – per motivi che in parte sfuggono, dovuti forse ad assetti interni – si è prolungata per oltre un anno, mentre sembra che in altre sedi giudiziarie simili decisioni avvengano più rapidamente. A nostro avviso, senza essere necessariamente genitori, si avverte che il prolungamento di decisioni di riaffido ai genitori o di affido ad altre coppie si rivela sotto molteplici aspetti pregiudizievole per una sana crescita di minori specialmente in tenera età, cioè nel loro ambiente naturale. Senza voler tirare in campo gli interessi delle strutture di accoglienza ad un prolungamento delle permanenze.

Avendo accompagnato di persona la famiglia della piccola in questa esperienza, intendiamo soprattutto mettere in evidenza che il risultato tanto atteso – come rilevavo in una memoria da me presentata nel giugno scorso al giudice delegato del Tribunale dei Minori di Napoli – si deve ad una sinergia di interventi istituzionali e non, del Servizio Assistenza sociale della 8° Municipalità di Scampia, di quello psicologico del Distretto 48 dell’ASL Napoli 1, dell’Ambulatorio Medico gratuito di Scampia ed altresì della mia costante vicinanza alla madre, che hanno manifestato rigorosità, competenza, rispetto dei percorsi e delle garanzie richieste, ma anche sollecitudine e presa in carico veritiera e benevola di questa situazione in vista di un riaffido della figlia alla madre. Non essendo aduso a simili esperienze, dobbiamo rilevare la produttività delle garanzie richieste istituzionalmente con il monitoraggio del Servizio assistenza sociale per una crescita di responsabilità da parte dei genitori dei minori che chiedono il riaffido dei figli, e l’impegno della madre in questo caso nel seguire i percorsi per riavere la figlia anche per un tutoraggio personale.

Piccole storie, che riguardano la continuità e la cura della vita anche in un campo rom di Napoli che attendiamo restituito a più umane condizioni di vivibilità secondo progetti sponsorizzati dal Commissario di governo per la questione rom a Napoli e da attuare senza nascondersi dal Comune di Napoli. Nelle polemiche che agitano l’agone politico e mediatico alzando sempre più i toni dello scontro, non è forse il caso di pensare più produttivamente a restituire la priorità alla BIOPOLITICA che dir si voglia?

Buona e lunga vita a tutte le Samante.

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